Lo sguardo di medusa

Torna all'edizione 26

Lo sguardo di medusa

Il ruolo dello sguardo nella cognizione sociale

Giovedì 02 Febbraio 17:45 - Teatro Colosseo

CONFERENZA RIMANDATA

“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, “ha gli occhi che parlano”, “uno sguardo muto” sono espressioni popolari o modi di dire che rivelano quanta capacità espressiva da sempre venga attribuita ai nostri occhi. Le ricerche di psicologia più recenti offrono una base scientifica a queste conoscenze ereditate dal senso comune. Ma c’è di più. Osservando lo sguardo di un’altra persona possiamo capire ciò a cui è interessata e ciò che desidera. Talvolta, semplicemente seguendo il suo sguardo, possiamo anticipare ciò che farà o dirà. Da questa capacità di leggere la mente nello sguardo altrui non dipende soltanto il modo in cui ci rappresentiamo gli altri e le altre menti, ma gli oggetti con cui gli altri interagiscono. Sotto lo sguardo dell’altro, gli oggetti sembrano infatti acquisire “nuove” proprietà che non avrebbero se non fossero guardati. Gli stessi nostri comportamenti sono modificati quando agiamo sotto lo sguardo altrui: la mera presenza di due occhi, anche solo schematicamente rappresentati, è, in effetti, sufficiente a renderci più altruisti e generosi.Come lo sguardo di Medusa, lo sguardo dell’altro sembra così avere il potere di modificare ciò che guarda.

Cristina Becchio

Cristina Becchio

Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino

Nata a San Paolo del Brasile nel 1976, di nazionalità italiana, Cristina Becchio, dopo avere studiato filosofia all’Università di Torino discutendo una tesi su ragionamento deduttivo e spazialità, nel 2003 ha ottenuto un Dottorato in Scienze Cognitive, proseguendo quindi i suoi studi nel campo delle neuroscienze cognitive. I suoi interessi di ricerca spaziano dalla cognizione motoria allo studio dell’intenzionalità e dei meccanismi che rendono possibile l’interazione sociale. E’ autrice di numerosi lavori scientifici su riviste internazionali sottoposte a comitati di esperti del settore. Dal 2011 è Professore associato presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Optime dell’Unione Industriale di Torino