Animali come noi


Isabella Lattes Coifmann - zoologa

L'unicità dell'uomo è sempre più traballante. Anche in campo sessuale. Credevamo di essere l'unica specie in cui l'accoppiamento avviene di regola faccia a faccia. E invece gli etologi scoprono che possono assumere la stessa posizione frontale manati e delfini, lontre marine, castori e bonobi. Pensavamo che soltanto noi ci fossimo affiancati alla schiavitù dei periodi biologici a cui vanno soggette le femmine delle altre specie, fertili soltanto nel periodo dell'estro. Le femmine umane infatti non hanno un periodo di calore. Sono recettive in permanenza. E invece scopriamo che le femmine dei bonobi hanno raggiunto quasi lo stesso traguardo.
Pensavamo infine di essere l'unica specie che è stata capace di dissociare la sessualità dalla riproduzione, mentre nelle altre specie animali l'accoppiamento è mirato abitual-mente alla procreazione.
Niente affatto. Ci smentiscono i bonobi. Anche per loro il sesso ha quasi sempre funzioni diverse dalla riproduzione della specie. Comportamento sessuale e comportamento riproduttivo sono disgiunti in questi primati, proprio come nell'Homo sapiens.
Insomma, la scoperta del comportamento sessuale del bonobo (Pan paniscus) ha mes-so in crisi le nostre certezze e ci ha dato una nuova chiave di lettura del pianeta uomo.
Adesso comprendiamo finalmente perché il sesso abbia un ruolo così importante nella vita umana. Tutto dipende dal fatto che il nostro parente più stretto è per l'appunto il bonobo, chiamato anche "scimpanzé pigmeo". Discendiamo da un antenato comune, dal quale abbiamo ereditato entrambi la propensione a usare il sesso per scopi total-mente diversi dalla procreazione.
La scoperta del bonobo è storia recente. Fino al 1974 si ignorava tutto sul suo conto. Non è mai stata fatta una ricerca sul campo. Si sapeva della sua esistenza solo per via di qualche esemplare giunto defunto in Europa. Ma era troppo poco. Nel 1974 due spedizioni si avventurarono per la prima volta nelle foreste dello Zaire meridionale, che costituiscono l'unico abitat del primate. Una è quella dei coniugi Noel e Alison Badrian. L'altra è l'équipe giapponese guidata da Takayoshi Kano, un sociologo dell'Istituto di Ricerche sui Primati dell'Università di Kyoto.
Sono loro che ci rivelano la straordinaria personalità di queste scimmie antropomorfe, intelligenti, astute, umoriste, come chiaramente si desume dalle espressioni facciali continuamente mutevoli e soprattutto dal loro comportamento. Più tardi, Frans de Waal polarizza la sua attenzione su una colonia di bonobi ospiti dello zoo di San Diego, in California, e i risultati delle sue osservazioni collimano perfettamente con quelli emersi dallo studio in natura.
Si assoda intanto che il nome "scimpanzé pigmeo" è improprio. I bonobi sono grandi all'incirca come gli scimpanzé di minori dimensioni, ma hanno la sagoma più snella, più elegante, braccia più sottili, fronte più alta, labbra rosse che rendono più accen-tuata la somiglianza col viso umano. Gli studi sul DNA dimostrano che l'uomo è più strettamente imparentato con scimpanzé e bonobo, le due scimmie del genere Pan, che non con gorilla e orango. Anche col bonobo abbiamo in comune il 99 per cento dei ge-ni, come con lo scimpanzé.
Per quanto bonobi e scimpanzé abbiano strutture sociali simili da molti punti di vista (ad esempio in entrambe le specie i maschi rimangono nel gruppo nativo, mentre le femmine se ne allontanano) esistono tuttavia tra loro varie differenze di comporta-mento.
Nello zoo, come abbiamo visto, quando il guardiano porta il cibo, gli scimpanzé fe-steggiano l'avvenimento baciandosi e abbracciandosi fra urla di gioia, per creare l'atmosfera amichevole nella quale spartirsi fraternamente il cibo. Tra i bonobi invece ciascuno pensa soltanto per sé. Anzi sono gli individui dominanti che si servono per primi, lasciando gli altri a bocca asciutta. Questi ultimi allora cosa fanno? Ricorrono al sesso. Niente di più facile che vedere una femmina che fa la svenevole con un maschio intento a mangiare, per indurlo a fare anche lei partecipe del banchetto. Il cibo indub-biamente suscita tensione fra i componenti del gruppo, ma uno dei meccanismi più ef-ficaci per allentare questa tensione è il sesso.
Altra differenza: quando gli scimpanzé femmina raggiungono la maturità sessuale e, lasciato il branco originario ne raggiungono un altro, i maschi del secondo branco le accolgono a braccia aperte, perché amano la novità. Le femmine invece vedono le rivali come il fumo negli occhi e si mostrano loro chiaramente più ostili. Nei bonobi le cose vanno diversamente. Le femmine, appena raggiungono il nuovo branco, non solo invitano i maschi ad accoppiarsi con loro, ma rivolgono lo stesso invito anche alle femmine. In questo modo, praticando accoppiamenti eterosessuali e omosessuali, le nuove venute stabiliscono con i maschi e femmine residenti, un rapporto affettivo che le fa accettare pacificamente come membri del branco.
E non è detto che avvenga il ricorso al sesso soltanto in rapporto con il cibo o in occa-sione di trasferimenti da un branco all'altro.
Si direbbe che tra i bonobi ogni occasione sia buona per accoppiarsi con grande sfog-gio di vocalizzazioni. Maschi con femmine adulte, ma anche adulti con piccoli, maschi con maschi e femmine con femmine di qualunque età. Va detto però che i maschi giungono alla eiaculazione soltanto quando hanno per partner una femmina sessual-mente matura, che dimostra chiaramente il suo stato con il roseo rigonfiamento della zona genitale.
Quanto alla recettività, si può dire che la femmina sia disponibile per gran parte del suo ciclo mensile.
Gli accoppiamenti avvengono di solito faccia a faccia, ma possono avvenire in tutte le posizioni immaginabili. Sono però di breve durata. Durano al massino mezzo minuto, con una media di tredici secondi.
I bonobi baciano "alla francese", inserendo la lingua nella bocca del partner, come ha potuto constatare di persona un inserviente dello zoo di San Diego che incautamente aveva accostato troppo il viso a uno dei prigionieri.
L'omosessualità è pratica corrente tra i bonobi, così come la masturbazione. Spesso perfino i giochi tradizionali di lotta tra i piccoli si trasformano in giochi erotici, allenamento alle future imprese sessuali.
Che tutta questa sensualità sia rivolta al piacere è fuori dubbio. Però gli studiosi hanno sottolineato che essa raggiunge il suo culmine quando la sua funzione è quella di bloccare l'aggressività, di addolcire e pacificare gli animi.
Come si vede, sia l'uomo sia il bonobo conoscono una sensualità esasperata, però tra le due specie esiste una differenza fondamentale. Nei comportamenti sessuali del bo-nobo non c'è malizia. Il sesso è per lui naturale, spontaneo, innocente. La malizia ce la mettiamo noi nel giudicarlo, come spesso si dice, l'animale più lussurioso della terra. Ci soffermiamo sui presunti aspetti erotici della sua sessualità, senza riflettere sul fatto che essa rappresenta il mezzo più efficace per mantenere la pace e l'armonia sociale.
Qualcosa della sua saggezza del resto è giunta "per li rami" fino a noi. Forse non si usa dire: "Tra moglie e marito non mettere il dito"? Perché si sa che il più delle volte i litigi tra i partner della coppia si risolvono col sesso.
Ormai è chiaro. La più antica ed efficiente tecnica di riconciliazione "facciamo l'amore non facciamo la guerra" l'abbiamo ereditata da quel remoto antenato scimmiesco che abbiamo in comune col bonobo, il pacifista a oltranza.
 
da "Animali come noi" di Isabella Lattes Coifmann, Editoriale Giorgio Mondadori
 

Per informazioni: Extramuseum

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