L'unicità
dell'uomo è sempre più traballante. Anche in campo
sessuale. Credevamo di essere l'unica specie in cui l'accoppiamento
avviene di regola faccia a faccia. E invece gli etologi scoprono
che possono assumere la stessa posizione frontale manati e delfini,
lontre marine, castori e bonobi. Pensavamo che soltanto noi ci
fossimo affiancati alla schiavitù dei periodi biologici
a cui vanno soggette le femmine delle altre specie, fertili soltanto
nel periodo dell'estro. Le femmine umane infatti non hanno un
periodo di calore. Sono recettive in permanenza. E invece scopriamo
che le femmine dei bonobi hanno raggiunto quasi lo stesso traguardo.
Pensavamo infine di essere l'unica specie che è stata capace
di dissociare la sessualità dalla riproduzione, mentre
nelle altre specie animali l'accoppiamento è mirato abitual-mente
alla procreazione.
Niente affatto. Ci smentiscono i bonobi. Anche per loro il sesso
ha quasi sempre funzioni diverse dalla riproduzione della specie.
Comportamento sessuale e comportamento riproduttivo sono disgiunti
in questi primati, proprio come nell'Homo sapiens.
Insomma, la scoperta del comportamento sessuale del bonobo (Pan
paniscus) ha mes-so in crisi le nostre certezze e ci ha dato una
nuova chiave di lettura del pianeta uomo.
Adesso comprendiamo finalmente perché il sesso abbia un
ruolo così importante nella vita umana. Tutto dipende dal
fatto che il nostro parente più stretto è per l'appunto
il bonobo, chiamato anche "scimpanzé pigmeo".
Discendiamo da un antenato comune, dal quale abbiamo ereditato
entrambi la propensione a usare il sesso per scopi total-mente
diversi dalla procreazione.
La scoperta del bonobo è storia recente. Fino al 1974 si
ignorava tutto sul suo conto. Non è mai stata fatta una
ricerca sul campo. Si sapeva della sua esistenza solo per via
di qualche esemplare giunto defunto in Europa. Ma era troppo poco.
Nel 1974 due spedizioni si avventurarono per la prima volta nelle
foreste dello Zaire meridionale, che costituiscono l'unico abitat
del primate. Una è quella dei coniugi Noel e Alison Badrian.
L'altra è l'équipe giapponese guidata da Takayoshi
Kano, un sociologo dell'Istituto di Ricerche sui Primati dell'Università
di Kyoto.
Sono loro che ci rivelano la straordinaria personalità
di queste scimmie antropomorfe, intelligenti, astute, umoriste,
come chiaramente si desume dalle espressioni facciali continuamente
mutevoli e soprattutto dal loro comportamento. Più tardi,
Frans de Waal polarizza la sua attenzione su una colonia di bonobi
ospiti dello zoo di San Diego, in California, e i risultati delle
sue osservazioni collimano perfettamente con quelli emersi dallo
studio in natura.
Si assoda intanto che il nome "scimpanzé pigmeo"
è improprio. I bonobi sono grandi all'incirca come gli
scimpanzé di minori dimensioni, ma hanno la sagoma più
snella, più elegante, braccia più sottili, fronte
più alta, labbra rosse che rendono più accen-tuata
la somiglianza col viso umano. Gli studi sul DNA dimostrano che
l'uomo è più strettamente imparentato con scimpanzé
e bonobo, le due scimmie del genere Pan, che non con gorilla e
orango. Anche col bonobo abbiamo in comune il 99 per cento dei
ge-ni, come con lo scimpanzé.
Per quanto bonobi e scimpanzé abbiano strutture sociali
simili da molti punti di vista (ad esempio in entrambe le specie
i maschi rimangono nel gruppo nativo, mentre le femmine se ne
allontanano) esistono tuttavia tra loro varie differenze di comporta-mento.
Nello zoo, come abbiamo visto, quando il guardiano porta il cibo,
gli scimpanzé fe-steggiano l'avvenimento baciandosi e abbracciandosi
fra urla di gioia, per creare l'atmosfera amichevole nella quale
spartirsi fraternamente il cibo. Tra i bonobi invece ciascuno
pensa soltanto per sé. Anzi sono gli individui dominanti
che si servono per primi, lasciando gli altri a bocca asciutta.
Questi ultimi allora cosa fanno? Ricorrono al sesso. Niente di
più facile che vedere una femmina che fa la svenevole con
un maschio intento a mangiare, per indurlo a fare anche lei partecipe
del banchetto. Il cibo indub-biamente suscita tensione fra i componenti
del gruppo, ma uno dei meccanismi più ef-ficaci per allentare
questa tensione è il sesso.
Altra differenza: quando gli scimpanzé femmina raggiungono
la maturità sessuale e, lasciato il branco originario ne
raggiungono un altro, i maschi del secondo branco le accolgono
a braccia aperte, perché amano la novità. Le femmine
invece vedono le rivali come il fumo negli occhi e si mostrano
loro chiaramente più ostili. Nei bonobi le cose vanno diversamente.
Le femmine, appena raggiungono il nuovo branco, non solo invitano
i maschi ad accoppiarsi con loro, ma rivolgono lo stesso invito
anche alle femmine. In questo modo, praticando accoppiamenti eterosessuali
e omosessuali, le nuove venute stabiliscono con i maschi e femmine
residenti, un rapporto affettivo che le fa accettare pacificamente
come membri del branco.
E non è detto che avvenga il ricorso al sesso soltanto
in rapporto con il cibo o in occa-sione di trasferimenti da un
branco all'altro.
Si direbbe che tra i bonobi ogni occasione sia buona per accoppiarsi
con grande sfog-gio di vocalizzazioni. Maschi con femmine adulte,
ma anche adulti con piccoli, maschi con maschi e femmine con femmine
di qualunque età. Va detto però che i maschi giungono
alla eiaculazione soltanto quando hanno per partner una femmina
sessual-mente matura, che dimostra chiaramente il suo stato con
il roseo rigonfiamento della zona genitale.
Quanto alla recettività, si può dire che la femmina
sia disponibile per gran parte del suo ciclo mensile.
Gli accoppiamenti avvengono di solito faccia a faccia, ma possono
avvenire in tutte le posizioni immaginabili. Sono però
di breve durata. Durano al massino mezzo minuto, con una media
di tredici secondi.
I bonobi baciano "alla francese", inserendo la lingua
nella bocca del partner, come ha potuto constatare di persona
un inserviente dello zoo di San Diego che incautamente aveva accostato
troppo il viso a uno dei prigionieri.
L'omosessualità è pratica corrente tra i bonobi,
così come la masturbazione. Spesso perfino i giochi tradizionali
di lotta tra i piccoli si trasformano in giochi erotici, allenamento
alle future imprese sessuali.
Che tutta questa sensualità sia rivolta al piacere è
fuori dubbio. Però gli studiosi hanno sottolineato che
essa raggiunge il suo culmine quando la sua funzione è
quella di bloccare l'aggressività, di addolcire e pacificare
gli animi.
Come si vede, sia l'uomo sia il bonobo conoscono una sensualità
esasperata, però tra le due specie esiste una differenza
fondamentale. Nei comportamenti sessuali del bo-nobo non c'è
malizia. Il sesso è per lui naturale, spontaneo, innocente.
La malizia ce la mettiamo noi nel giudicarlo, come spesso si dice,
l'animale più lussurioso della terra. Ci soffermiamo sui
presunti aspetti erotici della sua sessualità, senza riflettere
sul fatto che essa rappresenta il mezzo più efficace per
mantenere la pace e l'armonia sociale.
Qualcosa della sua saggezza del resto è giunta "per
li rami" fino a noi. Forse non si usa dire: "Tra moglie
e marito non mettere il dito"? Perché si sa che il
più delle volte i litigi tra i partner della coppia si
risolvono col sesso.
Ormai è chiaro. La più antica ed efficiente tecnica
di riconciliazione "facciamo l'amore non facciamo la guerra"
l'abbiamo ereditata da quel remoto antenato scimmiesco che abbiamo
in comune col bonobo, il pacifista a oltranza.
da "Animali
come noi" di Isabella Lattes Coifmann, Editoriale Giorgio
Mondadori