L'OROLOGIO DELLA VITA

di
Walter Pierpaoli della Fondazione Interbion

Lui è Walter Pierpaoli, lo scienziato famoso in tutto il mondo per la scoperta delle proprietà antinvecchiamento della melatonina. Lei si chiama TRH, è una molecola già conosciuta in passato ma ora, osservata e testata dallo stesso Pierpaoli, destinata a diventare la nuova frontiera del più antico sogno dell'uomo: quello di assicurarsi, se non l'eterna giovinezza, almeno una lunga e sana età matura. Dopo 40 anni di studi sui meccanismi dell'invecchiamento e poi, a partire dal 1980, sulla melatonina (con decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche più prestigiose), l'approdo al TRH segna un ulteriore, importantissimo passo in avanti, i cui effetti saranno già visibili nei prossimi mesi. Non a caso il prossimo anno, proprio il TRH terrà banco alla Quarta Conferenza internazionale di Stromboli sull'invecchiamento, uno degli appuntamenti più attesi in questo campo. Ma cosa cambia con il TRH? E quali effetti si possono attendere dal suo impiego? Ecco in anteprima le risposte di Pierpaoli.
Lei considera l'invecchiamento una sorta di programma interno all'uomo, e quindi modificabile. E' così?
Esattamente. L'invecchiamento è un programma evolutivo del cervello dei mammiferi. Questo programma si esprime attraverso il sistema ormonale, la cui funzionalità ciclica, giornaliera e stagionale, è a propria volta controllata strettamente da una particolare ghiandola, la ghiandola pineale. Questo significa che, così come nel corso della vita umana si innestano a tempo debito fenomeni quali la crescita o la pubertà, a un certo punto un vero e proprio orologio interno indica che è il momento di invecchiare.
Questa fase coincide con l'invecchiamento della pineale?
Sì. A un certo punto la pineale invecchia e, invecchiando, produce meno melatonina notturna. Il suo picco si appiattisce. Da un lato, quindi, il calo di produzione di melatonina indica un processo di invecchiamento della pineale. Dall'altro, se forniamo più melatonina notturna all'organismo possiamo prevenire, ritardare o addirittura impedire questo invecchiamento.
Non è quindi la melatonina a mantenere giovani?
No, e al riguardo si sono scritte cose a dir poco improprie. La melatonina è solo un segnale, una spia. I nostri esperimenti di trapianto delle ghiandole pineali in animali di laboratorio confermano che è questa ghiandola, e non la melatonina, a produrre effetti in termini di programma di invecchiamento. Questo significa che altre sostanze prodotte dalla pineale sono alla base del programma. Ora sappiamo che la molecola TRH è una di queste.
Procediamo con ordine. A cosa serve allora la melatonina?
La melatonina è di fondamentale importanza perché consente alla pineale di lavorare nelle migliori condizioni, di non invecchiare. Questo significa che tenendo la pineale sempre giovane si può rimandare in linea di principio all'infinito il momento in cui avviene il "lancio" del programma di invecchiamento. Soprattutto si può consentire alla pineale di produrre in condizioni ottimali le sostanze regolatrici dei ritmi ormonali che, in rapporto con i ritmi planetari delle stagioni, della luce, della temperatura, sono alla base di tutte le funzioni ormonali (basti pensare al ritmo mestruale lunare della donna). Esse sono indissolubilmente legate a tali ritmi dalla notte dei tempi, e l'estinzione di tali ritmi ormonali pilotati dalla pineale è l'invecchiamento stesso.
E a questo punto arriva il TRH.
Il TRH è una molecola scoperta fin dagli anni '60. Il nome che le fu dato a quei tempi, Thyrotropin releasing hormone, è tuttavia fuorviante. Il TRH infatti non è un vero e proprio ormone, come non è un ormone la melatonina. E dosi enormi di TRH, somministrate a pazienti per lunghi periodi e per via endovenosa in certe patologie, non hanno provocato alcun effetto acuto o tossico. La scoperta del suo ruolo come principio attivo antinvecchiamento nella pineale risale al 1989. La mia prima pubblicazione sull'argomento, sul Journal of NeuroImmunology, è del 1990.
E quali effetti produce?
Il TRH è presente in natura in tutte le situazioni per così dire "di emergenza". E' per esempio nei germogli delle piante, o a protezione della pelle degli anfibi. Semplificando potremmo dire che è una molecola salvavita. Nel mammifero uomo è concentrata nell'area dell'ipotalamo anteriore collegata alla pineale, nella pineale stessa e nelle cellule beta del pancreas, quelle che producono insulina. Il suo compito è quello di regolatore ormonale, in grado di intervenire con estrema rapidità e assoluta efficacia. Gli esperimenti che abbiamo condotto su intere colonie di animali da laboratorio non lasciano dubbi . Il TRH è in grado di ricreare rapidamente un equilibrio compromesso riportandolo a livelli ottimali, o per meglio dire giovanili. Sulle cavie si è assistito non solo a un arresto dei processi di invecchiamento, ma addirittura all'innesco di processi di ringiovanimento. Anche se il TRH è solo una delle sostanze coinvolte nel processo di invecchiamento, l'abbinamento con la melatonina è secondo me fin da oggi un fatto di portata rivoluzionaria.
Con quali conseguenze?
C'è un silenzio attonito del mondo scientifico tradizionale di fronte a questo filone di ricerca. Ma c'è anche un crescente interesse, come testimoniano le decine di scienziati che saranno a Stromboli. Il fatto è che un mondo, che fino ad oggi ha vissuto nella mitologia dell'invecchiamento e della morte, è finito. E cade per una rivoluzione tolemaica, non copernicana. Cade grazie a un lungo percorso di ricerca che riporta l'uomo alla natura, lo pone di nuovo al centro dell'universo, lo sottrae a miti e superstizioni scientifiche e mortifere, lo immette lungo una via gioiosa, consapevole, strappandolo a una via dolorosa.
Più che scienza sembra filosofia.
Vede, ciascuno di noi vive totalmente immerso in ritmi e cicli vitali. Siamo dentro una danza cosmica, ci piaccia o no. Perché molti anziani muoiono a primavera? E perché molti cardiopatici muoiono all'alba? Quale risposta, se non che in entrambi i casi lo sforzo del risveglio non è sopportabile da un fisico debilitato? Il mondo vive di quattro stagioni. La stessa giornata mima questa ripartizione. C'è il letargo invernale; c'è il sonno notturno. Ci sono la primavera, la giovinezza e l'alba. Eppoi i cicli lunari, strettamente collegati a quelli ormonali. Noi possiamo forzare queste leggi, scardinarle costantemente. Ma quando lo facciamo ci facciamo male. Dobbiamo invece essere gentili con noi stessi. Mantenere la nostra integrità psicosomatica e l'equilibrio con madre natura sono fattori determinanti per vivere più a lungo. Se non ci risincronizziamo ogni giorno con questo orologio universale, è certo che muoriamo prima. Melatonina e TRH, usati sulla base di ricerche cliniche serie, concorrono a ricreare l'armonia che ci è indispensabile. Dobbiamo scoprire perché lavorano in questo modo; dobbiamo anche scoprire quali altre sostanze lavorano a questo scopo. Ora siamo certi che, ricreando un'armonia ritmica compromessa, invertire il programma di invecchiamento è possibile. Ma tutto questo non servirebbe a niente se non si imparasse la lezione fondamentale: e cioè che si deve ritornare a una vita e a valori in sintonia con l'armonia universale del sistema solare, nel quale il mammifero Uomo si è progressivamente evoluto.
Cosa dice a chi non crede alla possibilità di non invecchiare?
Se è un uomo di scienza, soprattutto se è tra i detrattori di questa via, dico solo di ripetere esattamente, semplicemente, umilmente, gli esperimenti che conduciamo da decenni. Non dico di leggere la letteratura prodotta. Dico di provare, di vedere di persona. A chi non è scienziato dico invece che l'invecchiamento è un programma genetico come, per esempio, la crescita o la fertilità. Se a un individuo si dà del cortisone, vero ormone killer in giovane età, si inibisce la sua crescita. Con ormoni appropriati, invece, l'effetto è contrario. Allo stesso modo si può operare per aumentare o reprimere la fertilità. Nessuno se ne stupisce. L'invecchiamento non è altro che parte di questo complesso programma dell'avventura umana. Purché se ne comprenda il meccanismo e si agisca, oltre che con rigore, con saggezza ed esperienza.
Entro quanto sarà disponibile il TRH?
Tra pochi mesi, dopo l'ultima fase di sperimentazione. Partiremo dagli Stati Uniti. Ma mi aspetto qualche ostacolo. Queste ricerche toccano molti interessi consolidati. Scientifici ed economici. E' già accaduto per la melatonina.
E che società immagina con l'arrivo del TRH?
Da un punto di vista socio-economico immagino uno svolgimento senza precedenti. Si vivrà assai più a lungo, ma soprattutto si invecchierà sani e attivi. Con il dottor Giulio Bellipanni, a Velletri, abbiamo appena concluso la prima fase di un accuratissimo studio dal quale risulta per le donne la possibilità di rinviare per un periodo di molti anni, e forse sine die, la menopausa. Ma soprattutto si ridurranno le malattie degenerative e tipicamente senili. Non è infatti vero che i neuroni del cervello, col progredire dell'età, muoiono. Hanno solo crescenti problemi di comunicazione tra loro. Entrano, per così dire, in sonno. Noi siamo ora in grado di tenerli svegli. Questo vuol dire un crollo verticale dell'enorme business medico farmaceutico che è stato costruito attorno alla terza età e alle malattie degenerative in genere. Oltre all'esplosione di tutti i calcoli previdenziali.

E dal punto di vista culturale?
Sono molto ottimista e anche curioso. Una società di anziani lucidi e vitali, dotati di saggezza e di esperienza, non può che essere guardata con interesse. Spero e credo che ne saranno avvantaggiati soprattutto i giovani, per i quali è prezioso il confronto con chi ha più anni di loro.
intervista a cura di Giuseppe Meroni
su gentile concessione di Capital (Maggio 1999).
 
 

Biografia di Walter PierPaoli

Per informazioni: Extramuseum

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