L'anima e l'iPad

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L'anima e l'iPad

Quando la tecnologia giunge a modificare etica e valori

Giovedì 02 Dicembre 17:45 - Teatro Colosseo

L’io, il soggetto puro della volontà, così spesso interpretato come un homunculus che si agita in noi, si presta piuttosto ad essere descritto come una tabula su cui si iscrivono impressioni, ruoli e pensieri. Agiamo per imitazione ed empatia (i famosi neuroni specchio servono proprio a questo), l’imitazione si inscrive nelle nostre menti attraverso l’educazione e la cultura; e a questo punto diventiamo capaci di azioni morali. Chiariamo con un esempio. Una volta quando il vecchio telefono squillava e non eravamo in casa, tornavamo e vivevamo felici e senza obblighi. Oggi ogni “chiamata non risposta” rimane registrata generando l’obbligo di rispondere, fa fremere il fantasma, suscita la fitta di rimorso che – detto con un verso di Vittorio Sereni – è “quello che diciamo l’anima”. Se le cose stanno così, c’è da domandarsi se la grande metafora dell’anima non sia, oggi, quella potentissima tavoletta scrittoria che è l’iPad.


Maurizio Ferraris

Maurizio Ferraris

Università di Torino

Insegna filosofia teoretica nella Università di Torino, dove dirige il Labont (Laboratorio di Ontologia). è direttore della Rivista di Estetica e condirettore di Critique. Directeur d’études al Collège International de Philosophie, Fellow della Italian Academy for Advanced Studies in America e della Alexander von Humboldt-Stiftung, visiting professor in molte università europee e americane, ha scritto una quarantina di libri tradotti in varie lingue, tra cui Storia dell’ermeneutica (1988), Estetica razionale (1997) e Dove sei? Ontologia del telefonino (2005, Premio filosofico Castiglioncello). Nel 2008 ha ricevuto il Premio Filosofico “Viaggio a Siracusa”. I suoi ultimi libri sono Documentalità (Laterza 2009) e Ricostruire la decostruzione (Bompiani 2010).